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L’ultima uscita di Angelino Alfano sull’immigrazione

di Elide Rossi e Alfredo Mosca

“Non saremo l’Ellis Island d’Europa”.

Altro che Ellis Island e magari fossimo attrezzati come l’America di allora!

Caro ministro qui entrano tutti, anzi li andiamo a prendere per essere sicuri, da noi tutti i giorni sbarcano migliaia di sconosciuti che sconosciuti restano e da sconosciuti si sparpagliano per il Paese.

Tanto è vero che, follia delle follie, per ovviare a questa palese illegalità ci siamo inventati l’obbligo per i sindaci che li ricevono a rilasciare residenza e carta d’identità.

Insomma, siamo l’unico Paese al mondo che trasforma la clandestinità in riconoscibilità con un escamotage a dir poco pericoloso, poiché è chiaro a tutti che le generalità fornite dai profughi sono per lo più inventate.

Non solo, ma obbligando i Comuni ad accoglierli ed a rilasciare il documento d’identità, autorizziamo gli immigrati a pretendere immediatamente servizi, assistenza e vantaggi che un’infinità d’italiani aspettano da troppo tempo.

È infatti di tutta evidenza che visto il metodo di assegnazione dei servizi, basato sulle condizioni personali e familiari, i profughi arrivino sempre prima degli italiani.

In buona sostanza siamo nel pieno di un fenomeno che non solo è totalmente sfuggito di mano, ma che sta creando tensioni sociali crescenti e pericolose fra popolazione residente e immigrati.

Una tensione che dal Nord al Sud rischia di esplodere come una bomba che scelleratamente ci siamo messi da soli dentro casa e che, come se non bastasse, continuiamo a ingigantire con un’accoglienza senza freni.

Ecco perché al ministro Alfano diciamo: “Magari fossimo come Ellis Island”.

L’Italia ormai sta diventando la terra di nessuno, la terra dove basta arrivare per rifarsi una verginità civile oppure una nuova identità senza il minimo problema.

Del resto nessuno è in grado di controllare le generalità e le provenienze dichiarate dagli immigrati e spesso gli stessi Consolati o Ambasciate dei Paesi tirati in ballo dai clandestini tendono a confermare non potendo fare altrimenti. Insomma, è una situazione incredibile, rischiosa e per molti versi incontrollabile, che potrebbe trasformare in Far West i nostri territori più esasperati.

Oltretutto, al di là dei fenomeni sociali che s’iniziano a generare, non si tiene conto di quelli economici, perché insieme ai costi dell’accoglienza esplode lavoro nero e il sommerso.

È infatti evidente che un’immigrazione oceanica e incontrollata non possa che generare un enorme movimento di denaro nero, contante illecito di dubbia provenienza, che gira intorno alla permanenza in Italia di queste persone: molte finiscono assoldate nel caporalato, molte in pasto alla microcriminalità, allo spaccio di stupefacenti, altre in mano a giri di prostituzione o di attività comunque illegali.

Bene, anzi male, basta moltiplicare per le decine e decine di migliaia di soggetti così utilizzati e utilizzabili, per capire l’enormità della portata dei movimenti di denaro illecito oppure nero.

Altro che lotta all’evasione, così facendo l’evasione e il sommerso non solo si facilitano ma si rendono amplificabili a piacere e volontà. Per questo insistiamo nel dire che bisogna fermarci, porre un argine, adottare misure diverse, altrimenti nel giro di qualche anno finiremo male.

Del resto gli arrivi aumentano giorno per giorno, sulle coste africane le persone pronte a partire sono centinaia di migliaia, dove pensiamo di andare?

Quando pensiamo di smettere? Quando capiremo che così non è possibile andare avanti? Oppure vogliamo svuotare l’Africa per riempire l’Italia?

Caro ministro Alfano, apra gli occhi, altro che America anni Venti, da noi è in corso una vera invasione che è diventata un business nostrano per alcuni e una pacchia per il malaffare, a conferma di un Governo inaffidabile che sa solo disattendere le parole e gli impegni presi verso i cittadini.

*www.opinione.it

tutti pazzi per la Civita

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