Pin It

Giuseppe Pronio, capomassa, nasce il 20 febbraio 1760 a Introdacqua, da Domenico Berardino e da Caterina Rossetti, nel vasto caseggiato che da una parte fa angolo tra la Via Contra e la via della Plaia e muore a Napoli il 26 gennaio 1804.

Da abate, armigero, omicida, galeotto, esiliato, divenne Capomassa e da Capomassa, sposando la causa borbonica, Comandante dei 3 Abruzzi e Generale di Truppa Viva dei RR.

Eserciti Borbonici, si sono occupati storici e cronisti dell'epoca. ...

Egli era il primogenito di cinque fratelli e di tre sorelle.

Per emanciparsi dalla famiglia, sposò a 18 anni la sua coetanea e concittadina Lucia Barbara Lorenza, figlia di Ermenegildo Di Clemente, da cui ebbe - il 14 luglio 1784 - il primo figlio Paolo. ....

Alto e aitante della persona e dotato di un coraggio che rasentava spesso la temerità, Giuseppe Pronio non tollerava soprusi da qualunque parte provenissero (basti citare l'episodio del molino fatto abbattere dal Marchese Trasmondi e in una notte sola, da lui fatto ricostruire).

Per questa ragione era assai amato e stimato e confuso spesso con "Fra Diavolo", mentre l'appellativo con il quale comunemente veniva chiamato era quello di "Gran Diavolo".

Dotato di tale qualità, non gli riuscì difficile formare una massa, di raccogliere cioè sotto di sé giovani di tutte le condizioni, sui quali esercitava tale fascino da essere ritenuto non solo un perfetto tiratore, uno stratega infallibile e un eroe intrepido, ma addirittura un essere invulnerabile.

Non è da meravigliare perciò se una tale massa poté compiere prodigi di valore in quel turbinoso periodo che fu l'Invasione francese d'Abruzzo del 1798-9, che va dall'avanzata in Abruzzo delle truppe dello Championnet e dall'illusorio tentativo di Re Francesco IV di respingere da solo l'avanzata e liberare l'Italia, al ritorno dei Borboni e al sopravvento dei Francesi; dal ritorno dei Borboni al ristabilimento dell'ordine in tutto il Regno di Napoli.

Rotta l'ala destra dell'esercito borbonico a Torre di Palme, l'esercito francese avanzava rapidamente quasi senza incontrare alcuna resistenza.

Invano, l'8 dicembre 1798, il Re Ferdinando lanciava ai suoi "fedeli, bravi ed amati popoli degli Abruzzi", un messaggio per autorizzarli a prendere le armi, ed accordava alla maggior parte dei delinquenti la grazia per combattere "il comune nemico": Civitella del Tronto, Teramo, Atri, Penne, Pescara, Francavilla e Ortona venivano in pochi giorni prese d'assalto senza alcuna resistenza da parte dei Borboni.

Avuto conoscenza del Decreto di Mobilitazione, Giuseppe Pronio attese a concentrare ad Introdacqua quanti più uomini poté dai paesi vicini.

Si presentò anche al Ten. Gen. De Gambs, stabilitosi in quei giorni a Sulmona, per offrigli un contingente, sia pure irregolare, di truppa e ne ricevette 200 fucili e 2 barili di cartucce.

Poté, in tal modo, appostarsi con i suoi uomini sulle alture di Roccacasale per garantire le operazioni di guerra che il Brigadiere Ischoudy stava preparando a Popoli conto i Francesi.

Uno scontro vero e proprio tra la massa del Pronio da una parte, una colonna di Francesi dall'altra si verificò invece a Sulmona al Ponte di San Panfilo il 5 gennaio 1799 e si spostò poi verso il Convento dei Minori Osservanti.

Ma col sopraggiungere della notte e l'esaurirsi delle munizioni, pur essendosi battuti da leoni, gli uomini di Pronio furono costretti a lasciare il campo e ripiegare su Introdacqua, loro quartier generale.

Non potendo far altro, Pronio cercò di ostacolare quanto più potè la marcia dei Francesi verso Venafro, specialmente nelle gole che da Pettorano sul Gizio, attraverso Rocca Pia, si sviluppano verso il Piano delle Cinquemiglia, ricorrendo a sorprese, imboscate e scaramucce condotte abilmente e con vero calcolo militare, in modo da sottoporre i Francesi ad un duro cimento, specialmente in quei luoghi e in quei momenti in cui la tramontana e il nevischio li colpivano di fronte.

Accresciuta la sua massa con elementi che da ogni parte accorrevano a lui, alla fine di gennaio del 1799 ritroviamo Pronio in Provincia di Chieti con il duplice intento di riprendere Chieti, Ortona, Vasto e Pescara, sollevando le popolazioni contro gli invasori, e di restaurare nel tempo stesso la Monarchia abbattendo il governo repubblicano.

E fu proprio in quel periodo che, per prevenire un attacco di sorpresa su Chieti, occupò il 3 febbraio 1799, con il Maggiore Casimiro Rossetti, suo zio, Ripa Teatina, dove purtroppo caddero non meno di 100 dei suoi uomini, come ebbe a dichiarare il Parroco dell'epoca sul Libro dei morti della Parrocchia di Introdacqua.

Continuando la sua opera, il 9 maggio ristabiliva il governo borbonico a Chieti, il 10 ad Ortona, tra il 12 e il 15 a Lanciano, tra il 18 e il 21 a Vasto, mentre il 24 maggio prendeva il comando delle truppe che assediavano il Caraffa a Pescara.

Consapevole di tutto, la Regina Carolina il 21 aprile 1799 scriveva al padre: -un abbè nommè Pronio, par surnom de guerre "le Grand Diable", a repris touts les Abruzzes, s'est battu avec les Français et les Jacobins, leur a pris les canons et la caisse militarire avec laquelle il entratient sa troupe. Il est entre Gaete et Capoue, menace et inquiète la criminelle Capitale.-

Dal canto suo, il Re con Decreto del 2 giugno 1799 nominava Giuseppe Pronio Generale Comandante dei Tre Abruzzi.

Con altro Decreto del 5 giugno successivo il Card. Fabrizio Ruffo, Vicario Generale del Regno, insigniva il Pronio del grado di Capitano Generale.

Così dal luglio al settembre del 1799 Giuseppe Pronio visitava le Province d'Abruzzo in qualità di Generale e di Comandante e si interessava anche del rastrellamento dei ladri di campagna e delle persone sospette di cui, fin dall'aprile.

Il 30 marzo 1801 combatteva per l'ultima volta sulla linea del Tronto: dopo di che non si hanno di lui più notizie fino alla morte avvenuta a Napoli il 26 gennaio 1804, secondo alcuni, per lue celtica inoculategli da una donna prezzolata dai giacobini napoletani.

da Susi Gaetano. Introdacqua nella storia e nella tradizione. Sulmona, Tipografia La Moderna, 1970.

tutti pazzi per la Civita

Aggiungi commento


Codice di sicurezza
Aggiorna