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Giuseppe Di Prinzio, ceramista, scultore, nasce il 29 dicembre 1903 a Ortona e muore a Pescara nel luglio 1999.

All'età di quattro anni, con la madre e i tre fratelli, si trasferisce a Castellammare, oggi Pescara, in via Tassoni dove frequenta le scuole elementari.

Nei primi anni dell'adolescenza lavora in uno stabilimento della Pineta dove si producevano spolette per proiettili, per un compenso di quattro lire al giorno.

Questo lavoro si protrasse per tutto il periodo della I guerra mondiale, alla quale parteciparono i due fratelli maggiori Rocco e Furio.

Solo dopo il 1918, sotto la spinta della madre Consolata, della quale fece una scultura in marmo, frequentò per due anni la Scuola Tecnica, avendo come insegnante di disegno il professor Ginevra.

Questi, intuendo le capacità del giovane per le materie artistiche, come è documentato dall'ottimo giudizio ottenuto nel diploma della Scuola Tecnica, lo spinse a proseguire gli studi in campo artistico all'Accademia di Belle Arti di Urbino.

Il progetto venne accantonato perché Di Prinzio preferì imparare il mestiere in modo più diretto facendo pratica in una bottega artigianale.

Determinante per Giuseppe Di Prinzio fu l’incontro con Tommaso Cascella.

Il grande maestro, importante punto di riferimento soprattutto nel campo della ceramica, si rese conto delle capacità del giovane artista quando gli fece decorare un piatto di terracotta smaltata di bianco: era un esame che, per quanto semplice, evidenziò subito il talento di Di Prinzio.

Le stupende ceramiche di quel periodo, le cui scene centrali erano del maestro e i bordi decorati di Di Prinzio, venivano portate per la cottura a Rapino, un centro assai rinomato per la presenza di ceramisti, tra i più qualificati del tempo, come Bontempo, i Cappelletti, i Bozzelli ed altri.

In quel periodo Di Prinzio accompagnò in numerosi viaggi Tommaso Cascella, impegnato in mostre in diverse città italiane.

A Brescia, nel 1928, dovette gestire da solo l'allestimento di una mostra, rimanendo nella città lombarda per tutto il tempo dell'esposizione.

Trascorse un anno anche a Civita Castellana, in provincia di Viterbo, per assistere Gioacchino Cascella nell'esecuzione di opere che una ditta del posto aveva commissionato al fratello Basilio.

Nella bottega della famiglia Cascella ebbe modo di imparare la tecnica della litografia, usata magistralmente da Basilio, come dimostrano le cartoline eseguite dal maestro e prodotte dalla stamperia dei fratelli Ciglia.

La consuetudine e l'amicizia profonda che si sviluppò con Tommaso e con i suoi fratelli Basilio e Gioacchino, avrà per Giuseppe un ruolo determinante nel suo stile di vita legato alla ricerca artistica e all'impegno per la ceramica.

La frequentazione del laboratorio gli diede anche modo di stringere rapporti di amicizia molto intensi con i figli di Tommaso, Pietro e Andrea.

In un'intervista del 1992 Pietro Cascella ricorderà con molto affetto “Peppino” per le sue qualità umane e artistiche.

Negli anni '30 Di Prinzio prese parte attiva alla vita culturale di Pescara frequentando diversi laboratori artistici tra i quali quello di Emilio Polci, ceramista proveniente da Castelli e quello più rinomato di Armando Cermignani, valente xilografo e importante uomo politico della regione, senatore socialista.

Inoltre era a contatto anche con uomini di cultura come il poeta Alfredo Luciani, il musicista Michele Muzii e il letterato Luigi Polacchi.

A quegli anni risale l'amicizia con lo scrittore Ennio Flaiano, con il fotografo Pasquale De Antonis e con sua sorella Anna, collaboratrice dello studio fotografico, che più tardi diventerà sua moglie.

Cermignani ideò una grande mostra a Pescara in una scuola di via Venezia, dove esposero tutti i più importanti artisti abruzzesi, Crocetti, Cermignani, Febo, Pittoni, Picini, Bellei, Tommaso Cascella e altri, per la cui realizzazione si diede l'incarico a Di Prinzio.

Dal 1926 al 1940, partecipò alle mostre sindacali abruzzesi e alle le Triennali di Milano, e sue opere vennero esposte all'estero, ad Utrecht, a Berlino, a Londra, a Budapest.

Nel 1936 Giuseppe Di Prinzio, presente alla III Mostra Sindacale Abruzzese tenutasi a Pescara presso il liceo D'Annunzio, con le opere “Ritratto di Gaetano” e “San Giorgio” ottenne un lusinghiero riconoscimento di critica.

Di quell'esposizione Luigi Battaglini, in un ampio servizio apparso su “La Provincia Dannunziana” scrisse “il giovane Di Prinzio, già apprezzato ceramista, da poco si è dato alla scultura, ma subito si è mostrato degno di attenzione, cosicché è lecito aspettarsi molto da lui in un prossimo avvenire. Nell'ultima mostra molto è piaciuto il suo San Giorgio, possente ed espressivo.”

Nel 1936 Giuseppe Di Prinzio concluse il rapporto di lavoro con il laboratorio dei Cascella dovuto al venir meno di commesse di lavoro, mentre l'amicizia con la famiglia rimase intatta.

Aprì un proprio studio-laboratorio in via Marsala, assieme ad un altro ceramista Rocco Gabriele di Guardiagrele.

Seguirono intense attività sia nella scultura che nel settore grafico.

Con lo scoppio della II guerra mondiale venne chiamato alle armi.

Nel 1942 partecipò a due importanti mostre nazionali svoltesi a Roma e una sua terracotta venne acquistata dal Principe del Piemonte.

Una sua scultura il “San Bartolomeo”  venne pubblicata sulla rivista “Lo Stile” diretta da Giò Ponti.

Durante la II guerra mondiale a causa dei bombardamenti su Pescara si rifugiò in un paese dell’entroterra, Arsita, e il 26 aprile del 1944 venne nominato Commissario per l'amministrazione straordinaria di quel Comune.

Nell'estate del 1944 ritornato a Pescara e stabilitosi in via Conte di Ruvo, sposò Anna De Antonis, dalla quale ebbe due figli, Luigi ed Andrea.

Alla fine degli anni ‘40 lo studio fotografico in via Nicola Fabrizi, aperto da Pasquale De Antonis, quando questi si trasferì a Roma, fu rilevato da Anna che da collaboratrice divenne responsabile dell’attività diventando, tra gli anni ‘50 e ’70, l’unica donna fotografa di Pescara, specializzata soprattutto nella ritrattistica.

Null’ultimo ventennio si dedicò prevalentemente alla scultura figurata, realizzata in vari materiali, lavorando in modo continuo e sistematico nel suo laboratorio-studio.

Tra la fine degli anni ’80 e l’inizio del ’90 ebbe un interesse grandissimo per la grafica e si dedicò quasi esclusivamente a lavori di incisione, imparando le tecniche più recenti tant’è che nel 1992 poté presentare i suoi lavori in una mostra allestita nello Studio Calcografico Urbino di Pescara.

Furono realizzati cento esemplari tutti firmati a matita dall’artista di cui esiste un catalogo.

Le fotografie furono realizzate dalla moglie Anna De Antonis e altri.

Nel 1994 il Comune di Pescara organizzò una personale, presentando con pannelli fotografici e bozzetti dell’epoca, le opere pubbliche, i disegni, le ceramiche, i rilievi in bronzo, in terracotta e le sculture a tutto tondo, dando così una panoramica della sua attività artistica dal 1930 al 1994.

Per quell’occasione Gianfranco Marchetti curatore della mostra, portò i suoi allievi nello studio-laboratorio per intervistare il suo vecchio maestro.

Nel 1951 partecipò alla Triennale di Milano, invitato da Giò Ponti, suo estimatore, che si recò personalmente nello studio di Pescara per scegliere alcuni lavori dell’artista.

In un numero della rivista Domus sulla ceramica italiana Giò Ponti pubblicò una scultura di Di Prinzio in ceramica policroma Ercole e Lica.

Nello stesso anno ebbe l’ onorificenza di cavaliere conferitagli dal Presidente della Repubblica.

Nel 1952 partecipò con successo alle Mostre d'Arte Sacra dell'”Angelicum” a Milano e a San Paolo del Brasile.

L’anno successivo venne premiato con medaglia d'oro alla Mostra dell'ENAPI dell'Aquila e nel 1955 partecipò ad una mostra collettiva di ceramisti italiani a Francoforte sul Meno.

All'inizio degli anni Cinquanta fu tra i fondatori ed animatori del Liceo Artistico Comunale, legalmente riconosciuto con Decreto Ministeriale 25 maggio 1954, attualmente Liceo Artistico Giuseppe Misticoni.

Venne nominato docente di figura e ornato modellato e in quella scuola svolse la sua attività per anni, anche con l'incarico di vice preside, rimanendovi fino all'epoca del pensionamento.

Nel 1956 ebbe l’ onorificenza di Ufficiale conferitagli dal Presidente Gronchi.

Nel 1957 si trasferì con la famiglia in viale Kennedy dove, al piano terra, aprì uno studio laboratorio.

Furono anni in cui Di Prinzio durante l’insegnamento al Liceo artistico, a contatto con i giovani studenti del Liceo Artistico e sensibile alla cultura dell’epoca fu portato ad aggiungere al suo linguaggio figurativo delle sperimentazioni astratte.

La sua poliedrica attività artistica venne riconosciuta e apprezzata tanto che nel 1966 ebbe un’altra onorificenza dal Presidente Saragat che lo nominò Commendatore.

In quegli anni Di Prinzio si cimentò nella produzione di bassorilievi, alcuni dei quali di tipo astratto, insieme a sculture in bronzo, in marmo e in gesso e medaglie e gioielli, di piccolo formato, in argento.

Suoi sono la formella in argento “La famiglia” donata a Paolo VI in occasione della visita del pontefice a Pescara nel 1977 e il “Pegaso”, opera del 1978, assegnato ogni anno ai vincitori del premio Flaiano.

Alla fine degli anni ’70 realizzò una serie di piatti con decorazioni astratte.

Furono anni di serena e operosa creatività, trascorsi prevalentemente nel suo laboratorio-studio di viale Kennedy, una volta interrotta la sua attività di insegnamento durante i quali aveva formato un’intera generazione di studenti con i quali mantenne sempre dei rapporti di affetto e di collaborazione.

Null’ultimo ventennio si dedicò prevalentemente alla scultura figurata, realizzata in vari materiali, lavorando in modo continuo e sistematico nel suo laboratorio-studio.

Tra la fine degli anni ’80 e l’inizio del ’90 ebbe un interesse grandissimo per la grafica e si dedicò quasi esclusivamente a lavori di incisione, imparando le tecniche più recenti tant’è che nel 1992 poté presentare i suoi lavori in una mostra allestita nello Studio Calcografico Urbino di Pescara.

Furono realizzati cento esemplari tutti firmati a matita dall’artista di cui esiste un catalogo.

Le fotografie furono realizzate dalla moglie Anna De Antonis e altri.

Nel 1994 il Comune di Pescara organizzò una personale, presentando con pannelli fotografici e bozzetti dell’epoca, le opere pubbliche, i disegni, le ceramiche, i rilievi in bronzo, in terracotta e le sculture a tutto tondo, dando così una panoramica della sua attività artistica dal 1930 al 1994.

Per quell’occasione Gianfranco Marchetti curatore della mostra, portò i suoi allievi nello studio-laboratorio per intervistare il suo vecchio maestro.

tutti pazzi per la Civita

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