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Rapino è un comune della Provincia di Chieti, in Abruzzo.

Il patrono, San Lorenzo, si festeggia il 10 agosto.

Frazioni: elenco in fondo alla pagina.

Confina con i comuni di Fara Filiorum Petri, Guardiagrele, Pennapiedimonte, Pretoro, San Martino sulla Marrucina.

Aderisce all'Associazione Nazionale Città dell'olio.

La maggior parte del suo territorio fa parte del Parco Nazionale della Majella.

Si trova alle pendici del versante nord-orientale della Majella, attraversato da torrenti affluenti del fiume Foro, altitudine del centro abitato di m 400 s.l.m., ma la parte montana arriva a m 1900 in prossimità del Rifugio Pomilio in località Majelletta.

II paese, disteso su un pendio, è tagliato in due dal fosso dell'Arsella.

Fino ad alcuni decenni fa è stato notevole centro di produzione ceramica, l'attività ora va riprendendo.

E' da vedere il portale romanico, proveniente dalla distrutta chiesa di San Salvatore a Majella, ora sulla facciata della chiesa di Sant’Antonio.

Interessanti arredi lignei e dipinti seicenteschi troviamo invece nelle altre due chiese.

Nei dintorni è la Grotta del Colle, frequentata già nella preistoria, e poi luogo di culto rupestre dal periodo preromano a tutto il Medioevo.

Le più antiche testimonianze della presenza dell'uomo sul suo territorio risalgono al Paleolitico.

Nel Medioevo il suo agro fu colonizzato dai monaci benedettini di San Salvatore a Majella.

Il centro di antichissima origine, interessato da stanziamenti umani di diverse epoche, con vari reperti di epoca preistorica, di epoca romana, e successive, da citare del paleolitici la Grotta del Colle in cui è stata ritrovata la dea di Rapino conservata nel Museo Archeologico di Chieti.

In una grotta nelle vicinanze del paese è stata rinvenuta, circa 150 anni fa, la celebre iscrizione bronzea in osco detta "targa di Rapino", “La Tabula Rapinensis”, targa con incisioni in dialetto osco-marrucino recuperata dallo studioso tedesco di storia romana Theodor Mommsen e trasferito in Germania, è stata conservata fino alla Seconda Guerra mondiale nel Pergamonmuseum di Berlino, successivamente all'invasione russa trasferito nel museo Puskin di Mosca in Russia.

Nelle vicinanze, dell'attuale centro abitato, si trovano i resti di una fortificazione con mura megalitiche, resti di abitazioni a capanne, resti di un'ara sacrificale identificato come Touta Marouca e successivamente come Civita Danzica.

In epoca medievale il paese vi furono, invece testimonianze monastiche. Nel XV secolo fu feudo degli Orsini e successivamente dei Colonna di Roma.

Rapino è tra le Città decorate al Valor Militare per la Guerra di Liberazione, il riconoscimento è avvenuto con il conferimento della Croce di Guerra al Valor Militare in data 26 giugno 1975 per i sacrifici della popolazione e per la sua attività nella lotta partigiana durante la seconda guerra mondiale per il "valido contributo di valore alla causa della liberazione".

La chiesa di San Lorenzo. Ha il portale incorniciato da pietra è sormontato da una finestra. Il campanile, in pietra, ha una pianta quadrangolare e posto centralmente sulla facciata. La cella campanaria ha delle aperture ad arco a tutto sesto, la tettoia del campanile è a cuspide.

La chiesa di San Giovanni. La facciata è suddivisa in tre parti da quattro lesene in cui vi sono tre porte incorniciate, di cui le due laterali sono sormontate da due finestre ovali simil-oblò, la parte superiore è suddivisa dalla superiore da una cornice marcapiano la parte superiore ha una forma pressoché pentagonale in cui vi è una finestra rettangolare entro quattro paraste, sopra di essa vi è un timpano

Il campanile è posto sul retro. La copertura del campanile è barocca.

Una chiesa presso il borgo ha la facciata suddivisa da una cornice marcapiano, nella sottostante il portale è sormontato da un timpano spezzato, nella parte superiore vi è una lunetta e chiusa superiormente da un timpano più grande con finestra circolare a forma di oblò.

Il campanile a vela è posto sul tetto.

La chiesa della Madonna del Carpineto. La facciata è tripartita da quattro lesene.

Tre portali, di cui il centrale è più grande.

I due portali laterali sono sormontati da timpani a loro volta sormontati da finestre circolari a forma di oblò, a fianco del portale principale vi sono due aperture quadrate sormontate da due decorazioni in pietra circolare, nella parte superiore, suddivisa dalla sottostante da una cornice marcapiano, vi è una finestra incorniciata da pietra.

Sopra vi è un timpano al cui interno vi è una finestra circolare a forma di oblò. Dal timpano, verso il livello sottostante scendono due archi a tutto sesto.

Nella zona a sinistra vi è una torre campanaria con la cella campanaria con delle aperture ad arco a tutto sesto e cuspide barocco.

Ilpaese è ricco di chiese:

La chiesa di San Rocco,

La chiesa della Madonna della Libera,

La chiesa di Santa Rita affrescata da Gioacchino Cascella,

La chiesa di Sant’Antonio ora restaurata e diventata teatro.

Molto interessante è Il Museo della ceramica.

Scavi archeologici.

Nelle vicinanze del paese vi è la Grotta del Colle, la quale, in epoca preistorica fu usata come luogo sacro.

Vi fu rinvenuta la statua denominata "Dea di Rapino" ora in mostra nel Museo Archeologico della Civitella di Chieti.

Attualmente la grotta è possibile visitarla e vedere i ruderi archeologici di Touta Marouca.

Personalità legate a Rapino

Basilio Cascella

Gioacchino Cascella

Fedele Cappelletti, (Rapino 17 agosto 1847 - 18 marzo 1920), ceramista.

Gabriel Di Fazio (Rapino 2 febbraio 1993): portiere di calcio.

Padre Lorenzo Spirali

Sara Di Fazio (Rapino 4 maggio 1995): fondista degli 800 m. vincitrice del campionato juniores nazionali di atletica del 2009.

Eventi e tradizioni

Carnevale, tradizionale rappresentazione del "carnevale dei briganti";

Lunedì di Pasqua: Festa in onore della Madonna della Libera;

Maggio, prima domenica: festa di San Domenico o del Lupo, rappresentazione di un episodio della vita del Santo;

Maggio, 8: "Processione delle Verginelle", a ricordo della fine di una siccità, per intercessione della Madonna del Carpineta, venerata nell'omonimo santuario, miracolo avvenuto nel 1794, quando la siccità stava distruggendo il raccolto, e fu salvato da una pioggia provvidenziale.

Caratteristica la processione delle verginelle, in cui le bimbe del paese di età compresa tra i sei ed i tredici anni, sfilano vestite di tuniche bianche, rosa o celesti.

Frazioni: Case Nuove, Colle Cese, Coste Micucci, Ortaglio, Piano, Pretaro, Vicenne.

tutti pazzi per la Civita

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