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Basilio CascellaBasilio Cascella, pittore, nasce il 2 ottobre 1860 a Pescara, e muore a Roma il 24 luglio 1950.

Attivo sin dalla giovinezza, frequentò la scuola serale degli Artieri di Pescara e lavorò come apprendista nello stabilimento tipografico Luigi Salomone.

Dal 1879 si stabilisce a Napoli ed entra in contatto con molti altri artisti, tra cui Domenico Morelli e Francesco Paolo Michetti.

La sua opera si rifà esplicitamente al Verismo.

Le sue attività creative sono molteplici: pittore, grafico ed illustratore.

Si trasferisce successivamente a Milano dove apre uno stabilimento litografico d'illustrazione.

Lavora come grafico pubblicitario e partecipa con alcune opere all'Esposizione Nazionale Artistica di Torino del 1884, a quella di Venezia del 1887, a quella di Londra del 1888 e a quella di Palermo del 1891.

Tre dei suoi figli, Tommaso, Michele e Gioacchino continueranno l'opera paterna.

Tornato nella sua città natale, Cascella riannoda i rapporti con Michetti ed entra a far parte del cenacolo michettiano, frequentato, all'epoca, da Gabriele D'AnnunzioFrancesco Paolo Tosti, Costantino Barbella ed altri noti artisti, letterati e uomini di cultura abruzzesi.

Il 30 gennaio 1895 il consiglio comunale della città delibera la cessione di un terreno per permettergli di costruire uno stabilimento litografico e di pittura.

Nel 1899, dopo aver raccolto attorno a se un cenacolo di scrittori ed artisti locali, Cascella pubblica il primo numero della rivista “L'illustrazione abruzzese”.

Tra i collaboratori spicca Gabriele D'Annunzio.

Altri stimoli alla rivista vengono dalle ricerche sul folklore di Antonio De Nino e Gennaro Finamore.

Successivamente cura la rivista “L'illustrazione meridionale” e nel 1905 riprende con una seconda serie “L'illustrazione abruzzese”, cui segue “La Grande Illustrazione”.

Collaborano alle riviste, tra gli altri, Luigi Pirandello, Umberto Saba, Gennaro Finamore, Filippo Tommaso Marinetti, Sibilla Aleramo, Matilde Serao, Grazia Deledda, Ada Negri, Guido Gozzano e Giovanni Pascoli.

Nel 1917 si trasferisce con i figli Tommaso, Michele e Gioacchino a Rapino, ove si dedica all'attività di ceramista.

Nel 1924 esegue i tre pannelli policromi per la tomba dell'eroe abruzzese Andrea Bafile nella grotta sacrario della Majella.

Nel 1926 sette pannelli di grandi dimensioni per la galleria dei banchi di mescita delle Terme del Tettuccio a Montecatini.

Nel 1930 cinque grandi pannelli con vedute delle città italiane per la galleria della stazione di Milano.

Nel 1939 i pannelli decorativi per la stazione marittima di Messina su progetto del figlio Michele.

Negli anni venti aderisce al fascismo e il 24 marzo 1929 è eletto deputato per la XXVII legislatura, carica che mantiene fino al 1934.

Rimane attivo anche in età avanzata: realizza numerose opere, tra cui la tela per le nozze del Principe di Piemonte a Villa Savoia a Roma nel 1930, i quadri allegorici La terra e Il mare per il Palazzo del Governo di Bolzano nel 1934 in collaborazione col figlio Tommaso.

La giornata della fede al Palazzo del Quirinale a Roma, Gente italica e Fabbro al Ministero dell'Interno a Roma, Trebbia del grano al Ministero dell'Agricoltura.

È presente a varie esposizioni tra cui la Quadriennale di Roma del 1931, la IV Mostra del Sindacato Provinciale Fascista di Belle Arti di Abruzzo e Molise a Campobasso nel 1937.

Tiene l'ultima personale a Milano nel 1948. Muore a Roma nel 1950.

tutti pazzi per la Civita

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