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Atri, antica città d’arte della Provincia di Teramo, in Abruzzo.

Il patrono, Santa Reparata di Cesarea da Palestina, si festeggia otto giorni dopo Pasqua

Frazioni: elenco in fondo alla pagina.

Confina con i comuni di Castilenti, Cellino Attanasio, Città Sant'Angelo (PE), Elice (PE), Montefino, Morro d'Oro, Notaresco, Pineto, Roseto degli Abruzzi, Silvi.

Sorge su tre colli, Maralto, Muralto e Colle di Mezzo, che si affacciano sul mare Adriatico, verso il quale digrada verso l’Oasi WWF dei Calanchi di Atri

Furono gli Illiri, provenienti dalla Dalmazia, durante le migrazioni tra il X e il IX secolo a.C., a dare il nome alla città, la cui forma più antica, Hatria, deriva da Hatranus o Hadranus, divinità illirica - sicula raffigurata sulle monete cittadine, le più antiche dei popoli italici, coniate, secondo molti studiosi, tra il VI e il IV secolo a.C. Atri si contende con Adria, in provincia di Rovigo, l'onore di aver dato il nome al mare Adriatico.

È l'antica Hadria, città del Piceno, colonizzata dai Romani nel III secolo a.C., e poi assai fiorente durante l'Impero, come testimoniano tuttora gli importanti reperti archeologici, mosaici, terme, teatro.

Il suo territorio fu popolato sin dal VI secolo a.C.: di quest'epoca sono le necropoli scoperte nei dintorni: Pretara, Colle della Giustizia.

In seguito arrivarono le migrazioni umbro - sabelliche, a loro volta soppiantate dai Piceni, i cui corredi funerari possono farsi risalire al VII secolo a.C.

Atri ebbe una florida attività commerciale con gli Etruschi; i più interessanti monili etruschi qui rinvenuti sono conservati al British Museum di Londra.

Entrò a fare parte, con Ascoli Piceno ed Ancona, della Confederazione Picena.

Il suo importante porto le permise di vantare una temuta flotta e di avere contatti con la Grecia. Ben presto, però, si staccò dalla Confederazione e si alleò strettamente con Roma, la quale cercava capisaldi e sbocchi sull' Adriatico.

Divenuta colonia latina nel 289 a.C., Hatria fu autorizzata da Roma a continuare a battere moneta. Si distinse in battaglia accumulando premi e privilegi.

Nel periodo imperiale la città continuò ad essere un centro importante, diede origine alla famiglia dell'imperatore Adriano che la riteneva sua seconda patria ed in essa ricoprì la carica di quinquennale a vita e di curator muneris pubblici.

L'Ager Hatrianus si estendeva a nord fino al fiume Vomano, a sud fino al fiume Saline, mentre il confine occidentale coincideva con le pendici del Gran Sasso.

Nel Basso Medioevo patì un lungo periodo di decadenza e di abbandono.

Riacquistò importanza nel Medioevo, epoca alla quale risalgono i suoi monumenti più importanti, con l'istituzione del Vescovado nel 1251, Diocesi unita a quella di Penne.

Atri, per prima tra le città del Regno, si schierò dalla parte guelfa.

Nel 1251 papa Innocenzo IV istituì la Diocesi e concesse autonomia comunale, con territorio corrispondente a quello dell'antico agro coloniale romano.

Fino al XIII secolo si hanno scarse notizie della città che, sotto i Longobardi, faceva parte del Ducato di Spoleto e nel XII secolo era feudo principale dei Conti d'Apruzio.

Dal cadere del XIV secolo fu feudo della casa Acquaviva sino all'estinzione della famiglia nel XVIII secolo, quando fu devoluta al Regio Fisco, divenendo così città demaniale.

Nel 1305 fu completata la maestosa cattedrale, monumento nazionale, dedicata a Santa Maria Assunta e celebre per il pregevole ciclo di affreschi quattrocenteschi dell'artista abruzzese Andrea De Litio.

Nel 1395, Atri fu venduta per 35.000 ducati al Conte di San Flaviano Antonio Acquaviva, che fu il primo di 19 duchi, i quali dal 1455 ottennero per matrimonio la contea di Conversano, e Atri divenne capitale del Ducato.

La famiglia Acquaviva dalla fine del XV secolo aggiunse al proprio cognome l'appellativo d'Aragona con diploma regio del 1479 e fu autorizzato a fregiarsi delle insegne araldiche degli Aragona quale segno perpetuo di riconoscimento ricevuto da Andrea Matteo Acquaviva da parte del re di Napoli Ferdinando I, per il coraggio mostrato da suo padre Giulio Antonio Acquaviva nella battaglia di Otranto del 1480 contro i turchi che avevano assediato quella città e sterminato il suo popolo in nome della fede mussulmana.

Il 18 settembre 1563 si verificò un terremoto che provocò la caduta del frontespizio della porta maggiore della cattedrale.

Nel 1757 Atri tornò sotto il dominio diretto del Regno di Napoli, fino al momento in cui entrò a fare parte del Regno d'Italia.

Il 10 giugno 1884 il terremoto che abbracciò tutto il versante adriatico creò conseguenze alle costruzioni di Atri come pure di Penne e Città Sant'Angelo.

La cittadina si estende su una dorsale tra il Vomano e il Piomba, con splendida vista sul mare dal quale dista pochi chilometri, in un paesaggio segnato dai calanchi, profonde incisioni dovute a fenomeni erosivi.

Essa conserva nell'antico abitato, rimasto pressoché intatto, alcune tra le più importanti testimonianze artistiche della regione.

Il monumento simbolo è la cattedrale di Santa Maria Assunta, costruita tra il 1180 ca. e il 1223 sui resti di una chiesa altomedievale (IX-X secolo) - edificata a sua volta sul sito delle terme romane (frammenti musivi sotto la pavimentazione dell'attuale presbiterio) - e poi ricostruita tra la fine del XIII secolo e gli inizi del XIV.

Sulla facciata, a fianco della torre campanaria romanica con tamburo ottagonale più tardo, fine Quattrocento, opera di Antonio da Lodi, si apre il portale di Rainaldo d'Atri, e sul fianco destro altri tre portali, il più antico, del 1288, è di Raimondo di Poggio, mentre il più ricco, di Rainaldo da Atri, è del 1305.

Nell'interno, diviso in tre navate, da vedere i lapidei Battistero e Cappella Acquaviva, opere rinascimentali del "lombardo" Paolo de Garviis, il Contrasto dei vivi e dei morti, affresco della metà del Duecento, e, nel presbiterio, gli affreschi quattrocenteschi di Andrea De Litio, il più importante ciclo pittorico abruzzese del Rinascimento.

Dal chiostro si accede alla conserva d'acqua, cisterna romana con affreschi per la maggior parte dei primi del secolo XV, e al Museo Capitolare che conserva importanti dipinti, oreficerie medievali e rinascimentali, sculture lignee, una piccola collezione retrospettiva di ceramica abruzzese, una Madonna col Bambino di Luca della Robbia, parati, arredi lignei, codici miniati.

Vanno segnalati anche le trecentesche chiese di San Domenico: nell'interno, ristrutturato nel Settecento, sono notevoli due ovali del pittore seicentesco Giacomo Farelli; di Sant’Agostino, portale quattrocentesco, il Palazzo del municipio già degli Acquaviva, costruito nel XIV secolo, ma molto rimaneggiato nei secoli successivi, e la scenografica scalinata barocca di San Francesco.

Già Ducato, Atri rappresenta uno dei centri storicamente ed artisticamente più significativi del Medio Adriatico e del Centro Italia.

Ha un territorio molto vasto, di quasi cento chilometri quadrati.

Nel secolo scorso, fino agli anni trenta, il territorio atriano era ancora più ampio e comprendeva anche gli attuali comuni confinanti di Pineto e Silvi.

Ed oggi si torna a discutere della possibilità di rifondere i tre centri.

E’ inserita nel comprensorio del Cerrano, dove sorge ancora la cinquecentesca Torre di Cerrano, fatta erigere da Carlo V nell'area dell'antico porto romano di Atri.

Si ipotizza che vi siano, su un fondale sabbioso tra 5 e 15 metri, le rovine sommerse dell'antico porto di Atri.

Ipotetici resti di un molo a forma di "L", opere murarie, lastroni in pietra d'Istria, colonne e vari manufatti.

Oggi, in quel tratto di litorale, si trova un'area marina protetta.

Secondo l'opera del Sorricchio che ripercorre la storia di Atri nel tempo, le rovine dell'antico porto si troverebbero nei pressi della foce del fiume Vomano precisamente tra Scerne, frazione di Pineto e Roseto.

Ultimamente è stato ritrovato un antico mosaico di epoca romana durante dei lavori stradali, nel confinante comune di Roseto degli Abruzzi il che fa supporre che tutto ciò non sia solo una semplice voce.

Gemellaggi

•          Conversano (BA), dal 17 giugno 2010. Atri fu dal 1395 dominio degli Acquaviva (poi Acquaviva d'Aragona) che dal 1455 ebbero anche Conversano.

•          Nardò (LE), dal 17 giugno 2010. Atri (dal 1395), Conversano (dal 1455) e Nardò (dal 1497) furono dominio della potente casata degli Acquaviva.

•          Litochoro, Grecia, comune soppresso da gennaio 2011 ed annesso al comune di Dion-Olympos

Personalità legate ad Atri

•          Acquaviva (famiglia), ha dato sei cardinali, alcuni arcivescovi e vescovi, ed uno dei più celebri Generali Gesuiti, Claudio Acquaviva;

•          Adriano, quinquennale a vita ad Hatria, alia patria dell'imperatore romano;

•          Adriano Fedri, (Atri, 1719 - 1797), organaro;

Andrea De Litio

•          Andrea Matteo Acquaviva, Duca d'Atri (1457-1529), capitano;

•          Angelo Probi, fu Ambasciatore di Ferdinando l'Aragonese a Venezia;

•          Anonimo fuochista, che nel 1682 venne chiamato nella città picena di Ripatransone in occasione di alcuni festeggiamenti, in cui ci sarebbe dovuto essere uno spettacolo pirotecnico: egli salì su di un cavallo cominciando a sparare i petardi ovunque, e da quel giorno nacque la seguitissima e famosa manifestazione del Cavallo di fuoco.

Antonio Di Jorio

•          Antonio Martini di Atri, pittore;

Aurelio Grue

•          Beato Andrea d'Atri, dell'ordine dei Minoritico;

•          Beato Francesco Ronci, (1223-1394), Cardinale, primo Abate Generale dell'Ordine dei Celestini. Compagno fraterno, discepolo e consigliere di Papa Celestino V;

•          Beato Nicola Orsini, Monaco Cistercense, m. 1200;

Beato Rodolfo Acquaviva

Claudio Acquaviva d'Aragona

•          Domenico Ricciconti, (Atri 1883, Napoli 1943), possidente, politico, benefattore;

Domenico Vecchioni, diplomatico, saggista.

•          Domenico Vinditti, luminare dell'ortopedia, a lui si devono il "chiodo Vinditti" e il "metodo di Vinditti".

•          Emilio Mattucci, politico. Primo presidente della Regione Abruzzo.

Ennio Santucci

Filippo Longo di Atri

•          Francesco Martella, (1898-1943), rivoluzionario, partigiano, martire per la libertà;

•          Giovan Girolamo Acquaviva, Duca d'Atri (1679-1709), capitano e poeta;

Giovanni Verna

•          Giuseppe Prepositi (?-1790 ca.), pittore

Luigi Illuminati

Ottavio Acquaviva D'Aragona

•          Pasquale Acquaviva d'Aragona (1718 - 1788), nominato cardinale da Clemente XIV, già vice-legato pontificio presso Avignone (1744 - 18 lug 1754) sotto Benedetto XIV;

Pietro Baiocchi

•          Serafino Tamburelli, (Atri, 1680- 1750), pittore

Trojano Acquaviva d'Aragona

•          Vincenzo Rosati, archeologo e pittore. Direttore della locale scuola di arti e mestieri.

•          Vinditti, avvocato, più volte amministratore benemerito della città in svariate cariche pubbliche.

Eventi e tradizioni

Venerdì Santo: processione del Cristo Morto;

Pasqua: Sacra rappresentazione della Passione di Cristo nei luoghi più suggestivi del paese;

Lunedì dell’Angelo: festa della Madonna di Pompei;

Lunedì in Albis: festa di Santa Reparata;

1-2-3 maggio: festa di Santa Croce;

19-20-21 maggio: festa di Santa Rita da Cascia;

Domenica dopo la SS Trinità: festa del Corpus Domini;

13 giugno: festa di Sant’Antonio da Padova;

2 luglio: festa della Madonna delle Grazie;

Luglio-agosto: Atri a tavola;

14-15 agosto: festa dell’Assunta e apertura della Porta Santa;

15 agosto: sfilata di Carri aprutini con gruppi folkloristici;

18 agosto: sagra dei tagliolini e fagioli, di prosciutto e formaggio;

19 agosto: festa di San Gabriele;

Agosto: sagra delle anguille;

Prima domenica di ottobre: festa della Madonna del Rosario;

8 dicembre: accensione dei Faugni.

Frazioni: Casoli di Atri, Fontanelle, San Giacomo, Santa Margherita, Treciminiere-

tutti pazzi per la Civita

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